In fondo era domenica

Una domenica mattina di inizio autunno, di quelle domeniche in cui ti svegli senza l'angoscia dell'orologio, degli impegni e della fretta. Dalla tenda oscurante rimasta lievemente socchiusa filtrava un raggio di sole che però non era invadente, illuminava quella camera in un modo piacevole nonostante fosse stato il motivo stesso della sveglia. Il raggio di luce era morbido e donava un piacevole colore aranciato alla stanza, di quelli che capitano solo nelle mattine autunnali. Quel raggio si posava delicatamente sul letto; sull'altro lato del letto. Quel lato in cui il cuscino era solitamente vuoto. Non quella mattina, quella mattina era lì a sostenere la testa di lei. Quella luce le si poggiava dolcemente addosso, illuminando in i suoi capelli scompigliati dalla notte. Forse vagamente infastidita da quella luce, si girò verso di lui disteso al suo fianco, si accorse che era già sveglio e, raccogliendo tutte le energie che aveva, provò ad aprire gli occhi riuscendo però soltanto a socchiuderli da quanto le palpebre fossero ancora intorpidite. "Buongiorno" disse. "Buongiorno" fu la risposta. I loro corpi si avvicinarono naturalmente fino a sfiorarsi, i muscoli erano ancora ad oziare e non riuscivano a compiere gesti molto più impegnativi. "Che ne diresti se preparassi i pancakes per colazione?" chiese lui con una voce un po' roca ma comunque delicata, "Oddio buoni! Sarebbe fantastico" rispose lei con un filo di voce. "Bene, allora adesso vado eh, solo altri cinque minuti". Si avvicinarono ancora un altro po' ed entrambi chiusero di nuovo gli occhi. Si svegliarono, l'orologio sul comodino diceva che oramai era quasi ora di pranzo; si guardarono, "Buoni questi pancakes eh?", scoppiarono a ridere. Niente pancakes a colazione, pazienza, in fondo era Domenica.

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